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06 giu
2025

L’era della (dis)educazione finanziaria. Una sfida per individui, istituzioni, intermediari

 

di Fabrizio Pirolli (Autore)
Pier Tommaso Trastulli (Autore)

Nell’era digitale, assistiamo a un paradosso: strumenti finanziari una volta esclusivi sono ora alla portata di tutti, mentre flussi incessanti di informazioni di mercato raggiungono i nostri dispositivi. Ma questa apparente democratizzazione della finanza nasconde una domanda cruciale: possediamo realmente la consapevolezza necessaria per gestire responsabilmente il nostro patrimonio?

Questo volume propone un paradigma innovativo per l’educazione finanziaria, disciplina recentemente introdotta anche nei curricula scolastici. La tesi centrale è sorprendente quanto efficace: prima di acquisire nuove competenze finanziarie, è essenziale intraprendere un processo di “dis-educazione” che ci liberi dai pregiudizi e dagli schemi mentali che, inconsciamente, ostacolano un apprendimento autentico.

Gli autori fondono brillantemente teoria ed esperienza pratica, offrendo un percorso che sfida le convenzioni tradizionali. Tra i contributi più significativi emergono la Financial Information Taxonomy – una metodologia per filtrare e interpretare il diluvio quotidiano di informazioni finanziarie – e il modello 4R®, che illustra come una maggiore consapevolezza finanziaria possa trasformare positivamente la relazione tra clienti e intermediari finanziari, generando benefici reciproci.

Intervista a Fabrizio Pirolli e Pier Tommaso Trastulli, a cura di Fiorenzo Bortolato, Segretario Generale EFPA Italia.

Nel libro parlate di “diseducazione finanziaria” come concetto innovativo. Potete spiegare più dettagliatamente cosa intendete con questo termine e perché lo ritenete così importante nel contesto attuale?

Il concetto di ‘diseducazione finanziaria’ nasce dall’osservazione che molti approcci tradizionali all’educazione finanziaria falliscono proprio perché non considerano quanto sia necessario prima ‘disimparare’ preconcetti radicati. Prima di costruire nuove competenze, è fondamentale identificare e superare gli automatismi mentali che spesso guidano le nostre decisioni finanziarie. In un’epoca di democratizzazione degli strumenti finanziari, l’accesso facilitato non è sufficiente senza un processo di decostruzione delle false credenze accumulate attraverso esperienze personali, influenze familiari e messaggi mediatici distorti. Solo attraverso questo processo di ‘diseducazione’ si può costruire una consapevolezza autentica e duratura.

La Financial Information Taxonomy rappresenta uno dei modelli originali proposti nel vostro libro. Come può questo strumento aiutare concretamente il cittadino comune a orientarsi nell’attuale sovrabbondanza informativa?

La Financial Information Taxonomy è nata dall’esigenza di fornire un sistema pratico per filtrare e valutare l’enorme quantità di informazioni finanziarie disponibili oggi. Il modello permette di categorizzare le informazioni secondo criteri di rilevanza, affidabilità e applicabilità, consentendo anche a chi non ha competenze specialistiche di distinguere tra contenuti di valore e semplice ‘rumore’ informativo. Abbiamo sviluppato un framework decisionale che aiuta a determinare quali informazioni meritano attenzione in base al proprio profilo di investitore e ai propri obiettivi specifici. Non si tratta solo di un filtro, ma di un vero e proprio sistema educativo che, applicato quotidianamente, migliora progressivamente la capacità critica dell’individuo rispetto all’ecosistema informativo finanziario.

Nel vostro modello 4R® parlate di bidirezionalità del valore generato dai programmi di educazione finanziaria. Quali sono i benefici concreti sia per i clienti che per gli intermediari finanziari in questa visione?

Il modello 4R® rappresenta un cambio di paradigma nel modo di concepire l’educazione finanziaria. Tradizionalmente vista come servizio unidirezionale dall’intermediario al cliente, nella nostra visione diventa un processo circolare che genera valore per entrambe le parti. Per i clienti, i benefici sono evidenti: maggiore consapevolezza nelle scelte, riduzione dei rischi di decisioni impulsive, capacità di valutare criticamente le offerte del mercato. Per gli intermediari, un cliente finanziariamente educato rappresenta un partner più stabile e consapevole, capace di comprendere prodotti più complessi e con relazioni più durature nel tempo. l modello 4R® suggerisce che programmi di educazione finanziaria ben strutturati possano contribuire a una riduzione del turnover della clientela e a un incremento della fiducia verso l’intermediario, con potenziali benefici tangibili anche sul piano economico. La nostra convinzione è che non si tratti di filantropia, ma di un approccio win-win che può trasformare l’educazione finanziaria da semplice costo a investimento strategico per tutti gli attori coinvolti.

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