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06 dic
2019

L’Angolo del Libro: i suggerimenti del mese di Dicembre

 

1- La fine dell’alchimia. Il futuro dell’economia globale. A cura di Mervyn King. Editore “Il Saggiatore”

2- Denaro. Come la finanza ha reso possibile la civiltà. A cura di William N. Goetzmann. Editore “Il Saggiatore”

3- Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria. A cura di Carmen M. Reinhart e Kenneth S. Rogoff . Editore “Il Saggiatore”

4- La casa del debito. Alle origini della Grande recessione. A cura di Atif Mian e Amir Suffi. Editore “Il Saggiatore”

Il primo è a firma dell’ex Governatore della Banca d’Inghilterra, che analizza la crisi finanziaria imputabile alla trasformazione del ruolo della Finanza da volano dello sviluppo economico a fenomeno di deviazione e di alterazione (il verbo usato è “avvelenare”). 

L’autore è consapevole sia della circostanza che il sistema capitalistico è insuperabile nella produzione di ricchezza, sia che esso si dipana in una situazione di squilibrio da sé determinata, con il travisamento della Finanza.

L’autore pensa che allo squilibrio, aggravato dall’incertezza radicale dominante dal 2007-2008, si possa e si debba ovviare con l’uscita dal dilemma del prigioniero, vale a dire con una cooperazione internazionale, unica in grado di creare la fiducia.

Se il ricorso alla cooperazione internazionale può apparire a prima vista il frutto di ingenuità, l’apparenza svanisce se si pone attenzione della carica di Banchiere Centrale precedentemente rivestita dall’a. questi lancia la sfida di un ruolo delle Banche Centrali completamente innovativo. Su tale aspetto occorrerà riflettere in modo estremamente approfondito.

Il secondo libro a firma di un professore di Yale- è una magistrale storia della Finanza che mostra che questa ha avuto un ruolo decisivo in tutti i momenti fondamentali di formazione della civiltà.

In via più generale, “Il denaro e la finanza hanno consentito agli uomini di interagire oltre la sfera limitata delle relazioni fiduciarie personalifamiliari o tribali”. Ma la Finanza è anche uno strumento che, se male utilizzato, può avere conseguenze perverse proprio per la straordinaria forza che possiede.

Se tale conclusione sembra essere scontata e quindi banale, occorre replicare che l’autore manifesta un approccio di estrema originalità nel momento in cui propone sì un grande progetto di “social security” sulla falsariga del “New Deal” di Roosvelt, ma caratterizzato da una straordinaria ingegneria finanziaria.

Il terzo libro, di due professori, rispettivamente del Maryland e di Harward, evidenzia che otto secoli di follia finanziaria hanno prodotto “cadute nelle monete, l’inflazione e l’inadempienza delle nazioni nei confronti dei debiti internazionali”.

Il libro conclude con l’evidenziazione “della vulnerabilità finanziaria delle economie con un enorme livello di indebitamento.”, che alla fine diventa letale per qualsivoglia economia. Ebbene, le esperienze passate possono essere di insegnamento per i protagonisti della Finanza. Pur partendo da approccio ideologico opposto a quello dei primi due libri, il terzo libro, ora in rassegna, arriva a ritenere inevitabile un cambio di rotta all’interno della Finanza, necessario per evitare che si indirizzi verso la rovina

Il quarto libro, di due professori americani, mostra che la grande attuale recessione, al pari di quella degli anni ’30, è determinata da “un aumento dei debiti delle famiglie, seguito da una significativa diminuzione delle spese per consumi. “Il che ha provocato abnormi bolle speculative”, poi sanate dall’intervento pubblico, peraltro insufficiente, in quanto l’unico vero intervento, secondo i due aa., è quello di “interrompere il circolo vizioso delle perdite forzate a cui vanno incontro le famiglie indebitate: per esempio favorendo la diffusione dei contratti di mutuo a responsabilità condivisa.” La conclusione è che debba essere il sistema finanziario a farsi carico dei rischi finanziari delle famiglie invece di determinare una traslazione in senso affatto opposto, come invece è sempre accaduto.

E’ facile rendersi conto che vi è una profonda differenza ideologica, tra i primi due libri, improntati ad un “favor” verso la Finanza, e gli altri due libri, caratterizzati in senso opposto.

Ma sia gli uni sia gli altri trovano una superiore sintesi comune nella consapevolezza della necessità di un profondo rinnovamento interno alla Finanza per evitare il disastro, altrimenti inevitabile.

In definitiva, la Finanza è necessaria ma è intrinsecamente propensa a deviazioni deflagranti.

Sulla cura la soluzione dipende dalla scelta politica ed a monte ideologica.

In questa sede rileva l’aspetto scientifico: da un lato la Finanza è essenziale ed è illusorio subordinarla all’economia reale o comunque snaturarla od anche relegarla ai margini, e dall’altro richiede una forte correzione, che deve essere anche interna con uno sforzo autonomo degli operatori, necessario “per non uccidere la gallina delle uova d’oro”, anche se non sufficiente, in quanto tale da essere diretto e coordinato dalle Banche Centrali.

Tale prospettiva apre -mi sia consentita una nota conclusiva personale- nuovi e fondamentali scenari per la figura del Consulente Finanziario.

In un contesto così innovativo, che vede la Finanza quale elemento fondamentale e trainante dell’economia, ma tale da richiedere correzioni, e soprattutto, considerato il quadro di riferimento che vede una situazione di squilibrio e di disordine non passeggero, confermato dall’attuale momento assai anomalo dei tassi negativi, la figura del Consulente Finanziario si conferma essere  decisiva in conseguenza della circostanza che la “performance” è solo una fase di un’assistenza veramente globale ed oggettiva.

Perché ciò sia effettivo, è peraltro necessario che si pongano in essere da un lato la consulenza avanzata e non solo quella strumentale, e dall’altro la consulenza “olistica”, quest’ultima tale da essere relativa non solo agli investimenti finanziari ma a tutte le esigenze del cliente in finanza ed addirittura in materia economica: le persone fisiche e le relativa famiglie hanno diritto ad una pianificazione finanziaria ed economica sofisticata, propria fino ad ora solo delle imprese medie e grande che potessero permettersi un direttore finanziario. L’assistenza globale e altamente sofisticata che sia in grado di valorizzare le esigenze delle famiglie risponde del resto allo spunto conclusivo contenuto nel quarto libro in rassegna, e si tratta di profilo estremamente significativo, visto che tale libro, tra i quattro, è certamente quello ideologicamente più prevenuto nei confronti della Finanza.

Sia consentito di ricordare sommessamente che tale argomento non a caso è stato scelto da Efpa Italia sin dall’Evento di Torino della primavera di quest’anno come proprio cavallo di battaglia.

Con ogni probabilità, non è più velleitaria l’idea che la figura del Consulente Finanziaria possa essere considerata al pari di ogni Professionista Intellettuale, come l’Avvocato o il Medico o l’Ingegnere.

Avv. Francesco Bochicchio

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