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06 nov
2020

La grande tentazione. Perché non possiamo rinunciare a banche e mercati

 

A cura di Stefano Caselli

Si riaffaccia dunque un ruolo diverso – e allo stesso tempo inverso – dello Stato, che dopo oltre trent’anni di predominio del mercato sembra rovesciarne le sorti. È qui la grande tentazione: nel passaggio dalla cosiddetta mano invisibile del mercato a quella, fin troppo visibile e pesante, dello Stato. Il ritorno delle mani dello Stato, sospendendo i meccanismi (quelli buoni!) del mercato, dimenticando vincoli, regole e debiti, rischia di essere un grosso boomerang per tutta la società globalizzata e in particolare per gli Stati più fragili, come il nostro. La tesi del libro, costruito come un pamphlet sia nella struttura sia nella scrittura, è che questo non sia ciò di cui abbiamo bisogno: occorre sfruttare la forza straordinaria dei mercati finanziari e della logica capitalistica come il più forte strumento di politica economica statale. Per recuperare il terreno perduto, far ripartire le aziende, combattere la povertà portata dalla crisi. Serve uno Stato attivo, che scriva buone regole e usi al meglio gli strumenti pubblici, ma sempre con una logica di affiancamento temporaneo al mercato o con meccanismi di mercato. Solo così potremo far «nostri» temi complessi e per certi versi controversi: dalla crescita all’uso sano del mercato, dalle competenze alla sostenibilità e soprattutto alla diversità.

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