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07 set
2022

Il mondo nuovo. Raccontato con parole semplici da una delle voci più apprezzate dell’informazione quotidiana 

 

Le sfide e le opportunità per ripartire dopo la pandemia. “Dovremmo cogliere la lezione della pandemia per riformare le regole piegandole al servizio delle persone. Molto dipende da noi, dalla responsabilità del singolo.” (Mariangela Pira). “Ai giovani dico di gridare più forte, perché la politica non li sente.” (Carlo Cottarelli). Com’è cambiato e come cambierà il mondo dopo la crisi causata dal Covid? Di soldi in Italia ne arriveranno tanti, perché è stato il paese maggiormente colpito dalla pandemia e ne ha chiesti più di tutti. Ma sapremo spenderli bene e, soprattutto, basteranno i soldi per far ripartire il paese? Con il linguaggio chiaro e coinvolgente che l’ha resa un punto di riferimento per l’informazione economica in televisione e in rete, Mariangela Pira spiega come il rischio sia di disperderli in mille progetti privi d’urgenza e vera utilità. A che serve digitalizzare la macchina burocratica se resta farraginosa? Rilanceremo davvero la cultura limitandoci a puntare sul recupero e la conservazione dei beni anziché su progetti più innovativi che includano il territorio? La tecnologia ci aiuterà a superare la frammentazione regionale della sanità? Perché uno studio racconta che le donne, in azienda e in politica, hanno gestito meglio la crisi eppure restano fuori dalle stanze che contano? Come in un dopoguerra, non possiamo permetterci di rattoppare falle, dobbiamo utilizzare gli aiuti per ricostruire, avendo però una visione. Anche perché lo scenario geopolitico si è complicato da quando la pandemia ha riportato al pettine il nodo della dipendenza energetica e dalle materie prime necessarie alla transizione verde e digitale. L’autrice interpella imprenditori, medici, ricercatori, economisti, per capire se la rotta tracciata dalla politica sia quella giusta o vada raddrizzata. E in che modo aziende e risparmiatori possano contribuire al cambiamento. Oltre che dalle decisioni politiche nazionali ed europee, molto dipende da noi.

INTERVISTA A MARIANGELA PIRA (a cura di Marina Maghelli)

Prima la pandemia, poi la guerra e l’altissima inflazione, cosa possiamo apprendere dal passato per affrontare al meglio il futuro?

Non è una domanda facile. Direi innanzitutto che il mondo viaggia veloce, velocissimo, molto più rapidamente rispetto al passato. Quindi questo significa rapidità delle decisioni, flessibilità nel gestire le situazioni, prontezza, interconnessione ma cercando di snellire la catena decisionale. Come abbiamo visto, un ritardo nelle decisioni dell’Europa comporta conseguenze gravi. C’è una pandemia? Le decisioni devono essere rapide e note a tutti in Europa. C’è il problema del gas? Tutti insieme dobbiamo rifiutarci di acquistarlo se non si abbassa il prezzo. Sono cose che avremmo dovuto fare tempo fa. Il problema che c’era e che c’è è che spesso in Europa sembra che tutti si corra da soli. Invece l’unità dovrebbe essere concreta, reale.

Oggi, con i problemi legati all’approvvigionamento del petrolio e del gas, si sta pensando di tornare all’uso del carbone; allo stesso tempo i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. Quanto siamo in ritardo nella gestione della transizione energetica e delle politiche ambientali? quali nuovi equilibri si verranno a creare?

Basta vedere il dato sull’utilizzo delle auto elettriche rispetto al parco auto generale. Un numero risibile e che mostra come sul fronte della tecnologia sembra siamo sempre indietro. Molti operai infatti si chiedono: ma saremo in grado di affrontare il cambiamento? Penso ogni tanto, e lo scrivo, a quanto tempo perso in fase pandemica che sarebbe potuto essere sfruttato diversamente, in formazione per esempio. Ma non è stato fatto. Eppure la sfida è già iniziata. Lo vediamo con le alluvioni, con la siccità, con il clima tropicale del nostro paese. Molti mi dicono: eh, ma non possiamo fare a meno dei combustibili fossili. Bisogna comprenderlo. “Basta parlare di Esg”. Mah. Forse non capiscono che magari tra dieci anni non saremo qui a raccontarcela. Perché non sappiamo ancora come la Terra reagirà all’aumento delle temperature. Quindi, mi chiedo, l’agenda climatica non dovrebbe essere al primo posto? Non si dovrebbe guardare a una strategia futura che pensi anche a che posti di lavoro creare in un mondo governato dalla sostenibilità? Saranno posti di lavoro diversi, ma ci saranno. 

Le donne sono state un pilastro fondamentale durante la pandemia, ma sono state anche le più vulnerabili e colpite a livello lavorativo. Come si può cambiare questa situazione, affinché si arrivi ad una vera parità di genere?

È una questione culturale. Da oltre 2000 anni siamo senza voce. Questa tendenza sta cambiando. Ma ci vorrà altrettanto tempo perché si affermi. Come si fa a cancellare in trent’anni centinaia di anni di miti greci dove Io viene trasformata in giovenca da Giove, Eco diventa strumento per far sentire la voce degli altri, Penelope viene rimbrottata dal figlio adolescente? Io però resto convinta che ora i simboli stanno cambiando, che la donna ora viene vista avere potere. Molto di più rispetto a quando ero bimba io. Ma nello stesso tempo, mentre scrivo, c’è qualcuno che fa una battura su di noi, uno che si permette un commento fuori luogo nel luogo di lavoro ridendo con gli altri colleghi, etc. È una questione culturale. Ci vorrà tempo. Ma questo cambiamento arriverà. Dobbiamo volgere a nostro favore gli strumenti che agli occhi degli altri ci depotenziano. Non dobbiamo imitare gli uomini. Dobbiamo trovare un nostro potere. 

In che modo i risparmiatori e in generale tutti possiamo contribuire al cambiamento sociale ed economico del Paese?

Informandoci. Studiando. Leggendo. Internet, se usato bene, ci fornisce degli strumenti che quando ero piccola sognavo. Guardare più fonti. Aggiornarsi sempre. Studiare i classici ma anche statistica. Di modo che quando in banca ti propongono un mutuo tu non pensi ti stiano parlando da Venere ma tu riesca a capire. Questo vale soprattutto per i consulenti. Spesso mi scrivono dicendo: grazie per questa cosa che hai scritto non la sapevo, su Linkedin. Eh, ma non devi ringraziarmi se sei un consulente e fai bene il tuo mestiere dovresti saperne molto più di me. 

EFPA si occupa di certificazione delle conoscenze e delle competenze dei professionisti del risparmio, quanto sono importanti l’istruzione e la cultura? 

Tantissimo. Come sopra. Studiare per me è tutto. Non predico bene e razzolo male eh? Sono la prima che ogni anno studia, per rispetto di chi mi segue, certo, ma soprattutto per rispetto a me stessa. Non possono bastare gli anni della scuola dell’obbligo a sopperire una vita di lavoro e notizie che di giorno in giorno cambiano. Bisogna studiare SEMPRE.

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