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10 lug
2023

Bellezza e senso della persona – L’economia tra alienazione e compimento.

 

Attraverso l’immagine del labirinto l’autore affronta i mari agitati dei mercati finanziari e dei processi che regolano l’economia. I riferimenti a Eco e Narciso, al Maelstrom di Edgar Alan Poe e all’età dell’iper-incertezza non vengono proposti come racconti onirici della nostra realtà, ma come basi di un percorso che Carlo Benetti fornisce al suo lettore affrontando l’origine delle disuguaglianze, piuttosto del mondo dei mercati finanziari.

Senza comprendere da dove veniamo e cioè le transizioni che hanno segnato la nostra epoca (ecologica, demografica e tecnologica), non è possibile rendersi conto di ciò che ci accade intorno. L’autore nonostante il quadro di severa incertezza, in maniera posata, parla anche degli aspetti positivi della finanza e della necessità di un’etica nell’economia. Egli osserva come «si può parlare quanto si vuole di modelli di crescita e di regole economiche ma la primazia resta della politica […] se osserviamo il tracollo della politica e del suo linguaggio, non solo in Italia, si comprende lo sbandamento della società e le contraddizioni dei percorsi di sviluppo.

INTERVISTA A CARLO BENETTI  (a cura di Marina Maghelli)

Bellezza e senso della persona. L’economia tra alienazione e compimento. Come nasce il libro?

Non avrei mai scritto un libro di mia iniziativa, sono troppo pigro! Il libro è all’interno di una collana, “La Casa dei Sapienti”, nella quale il direttore don Alessandro Biancalani voleva inserire anche un testo “pragmatico”, che affrontasse un argomento, il denaro, che è fortemente legato alla vita delle persone. Ne è uscita una riflessione sulla distribuzione delle risorse, sulle disuguaglianze e sulle radici storiche delle condizioni in cui sono l’economia globale e i mercati. Ho l’obbligo di una precisazione: il lettore non troverà nel libro i pensieri e le considerazioni di un economista, non lo sono, ma di un uomo di mercato, di colui che osserva i fenomeni economici e monetari dal punto di vista degli investimenti. L’immagine del labirinto che apre il percorso rimanda ai mari agitati dei mercati finanziari, John Kenneth Galbraith definiva gli anni Settanta “l’età dell’incertezza”, ma se mettiamo in fila i “cigni neri” degli ultimi anni possiamo ben dire che noi siamo testimoni dell’età dell’iper-incertezza o, per dirla con Mervin King, ex capo della Banca d’Inghilterra, gli anni dell’incertezza radicale. È un aspetto molto prossimo al lavoro dei gestori e dei consulenti finanziari, raramente nei mercati le cose vanno come ci si aspetta, l’investitore è come il viandante di Nietzsche, riconosce la finitudine del mondo e fa esperienza della casualità, la condizione umana che non conosce il futuro è pienamente contenuta nell’attività di investimento che è immersa nell’incertezza. L’investitore ha chiari gli obiettivi di lungo periodo ma nel breve è simile al viandante, l’itinerario non è solo transito ma è esso stesso esperienza.

Quali gli aspetti salienti del libro?

Ho cercato di tirare le righe tra i punti, come nei giochi dei volumetti di enigmistica, resta da vedere se abbia individuato i punti giusti! Nei capitoli centrali ho presentato i mercati finanziari, il ruolo della finanza a servizio dello sviluppo economico. Ad esempio, nel libro tratto delle tre transizioni della nostra epoca, demografica, tecnologica e ambientale. La finanza con la sua strumentazione si rivela preziosa per accelerare e favorire la transizione energetica, la Banca Centrale Europea incoraggia le banche ad aumentare la quota di finanziamenti verdi e in Europa le banche rappresentano l’esclusiva fonte di finanziamento per la totalità delle aziende di piccole e medie dimensioni, la maggiore per le imprese più grandi. Le obbligazioni verdi forniscono all’investitore un ulteriore strumento di diversificazione, le caratteristiche sono quelle delle obbligazioni ordinarie, la differenza è nella destinazione del capitale che, nel caso dei green bond, è vincolata a progetti ad impatto ambientale. Nel libro parlo anche della transizione finanziaria, nei mercati sta accadendo qualcosa di analogo al riscaldamento globale. Lo scioglimento dei ghiacci altera l’ambiente artico e le condizioni climatiche del pianeta. In modo molto simile, la grande discesa dei tassi ha disciolto i rendimenti per decenni ritenuti (a torto o a ragione) sicuri, si sono squagliate le certezze dei titoli di stato e dei buoni postali e i risparmiatori, come i pinguini e gli orsi polari, avvertono lo spaesamento e il disorientamento anche in questa fase di tassi che tornano a muoversi all’insù.

Il futuro non è più quello di una volta?

Mio figlio ha appena cominciato a lavorare e quando ho fatto l’errore di ricordargli le condizioni del lavoro di quando ero io un giovane neo-assunto mi sono sentito rispondere “voi della generazione-benessere”. Non avevo idea di come ci vedono i più giovani ma credo abbiano ragione. Quando eravamo giovani il futuro era soprattutto promessa e speranza, ora è principalmente preoccupazione. Ma il futuro non è ineluttabile, non è scritto sulla pietra, sarà l’esito delle scelte e delle azioni del presente. Il libro termina con un capitolo intitolato “Ragioni di speranza” nel quale ricordo le donne di Mumbai che comprano fiori al mercato. Ai nostri occhi occidentali sembra una spesa curiosa, non vediamo buoni motivi per spendere preziose rupie in qualcosa che non sia cibo o vestiario ma con i fiori quelle donne povere comprano bellezza, quella bellezza che magari è così poco presente nella loro vita, ma la cui contemplazione da conforto ed energia. “La bellezza salverà il mondo?” chiede un giovane morente al principe Myskin ne L’Idiota di Dostoevskij. C’è bellezza anche nell’economia, non solo in riferimento all’elegante design dei prodotti italiani, ma in riferimento a paradigmi di sviluppo che spezzino la triade del “troppo”: troppo debito, troppa disuguaglianza, troppa poca crescita. Resto convinto che la politica e le forze del mercato possano cambiare le cose, a partire dalla coerenza con le buone intenzioni dell’acronimo ESG, Environmental, Social, Governance, tre lettere che comprendono pratiche e processi decisionali sostenibili. Ortoprassi e ortodossia: buone pratiche che vanno assieme a buoni principi.

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