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08 apr
2024

Behavioral finance and wealth management: Market anomalies, investors’ behavior and the role of financial advisors.

 

Il libro presenta un’analisi della relazione tra comportamento umano e processo decisionale finanziario, con particolare attenzione alla gestione patrimoniale. Questo libro rappresenta un’opportunità per molti consulenti finanziari e, più in generale, professionisti nel settore della gestione della ricchezza per aprirsi a un modo nuovo che permette di utilizzare davvero la finanza comportamentale nella loro professione. 

Intervista a Enrico Maria Cervellati, Natascia Angelini e Gian Paolo Stella.  (a cura di Marina Maghelli, membro del Cda di EFPA Italia).

Il vostro libro presenta un esame della complessa relazione tra il comportamento umano e il processo decisionale finanziario, con particolare riguardo alla gestione della ricchezza, quali sono i comportamenti più diffusi? Esistono tecniche per correggerli?

I comportamenti più diffusi che influenzano negativamente il processo decisionale finanziario includono l’overconfidence (eccessiva fiducia nelle proprie capacità decisionali), l’avversione alla perdita, il bias di conferma (tendenza a favorire informazioni che confermano le proprie credenze preesistenti) e l’effetto di ancoraggio (reliance su informazioni iniziali come riferimento per successive decisioni). Questi comportamenti possono portare gli investitori a prendere decisioni non ottimali, come il trading eccessivo, una cattiva diversificazione del portafoglio e la tendenza a trattenere titoli in perdita sperando in una ripresa.
Per correggere questi comportamenti, il libro propone diverse tecniche. Tra queste, l’educazione finanziaria mirata che aiuta gli investitori a comprendere i propri bias e come essi influenzano le decisioni di investimento. Inoltre, si suggerisce il debiasing attraverso consulenze finanziarie, dove i consulenti agiscono come “medici finanziari”, fornendo orientamenti personalizzati che tengono conto dei bias comportamentali dei clienti. Un altro approccio riguarda l’uso di checklist e algoritmi decisionali che possono aiutare a ridurre l’impatto dei bias emotivi e cognitivi sul processo decisionale.

Uno dei capitoli del libro include una sezione sulle evidenze dall’Italia, quali sono gli errori più comuni commessi dagli investitori italiani?

La sezione sulle evidenze dall’Italia mette in luce alcuni comportamenti specifici degli investitori italiani, tra cui spiccano l’overconfidence e un marcato interesse verso informazioni che catturano l’attenzione (come quelle diffuse dai media). Questi comportamenti si traducono in un’eccessiva propensione al trading, che può erodere i rendimenti degli investimenti a causa dei costi di transazione, e in una predisposizione a sovrastimare la propria abilità nel prevedere le fluttuazioni del mercato. Un altro errore comune è l’insufficiente diversificazione del portafoglio, spesso risultato della preferenza per investimenti percepiti come “familiari” (come azioni di aziende nazionali) a discapito di una più salutare diversificazione geografica e settoriale.

In che modo, oggi, la conoscenza dei bias comportamentali, delle euristiche e degli effetti di framing può aiutare i CF a comprendere i comportamenti dei clienti rispetto a percezione e gestione del rischio, aspirazioni di guadagno e obiettivi?

La conoscenza dei bias comportamentali, delle euristiche e degli effetti di framing è fondamentale per i consulenti finanziari (CF) per comprendere meglio i comportamenti dei clienti in relazione alla percezione e alla gestione del rischio, alle aspirazioni di guadagno e agli obiettivi di investimento. Comprendendo questi aspetti, i CF possono personalizzare la consulenza, anticipare le reazioni dei clienti ai movimenti del mercato e guidarli verso decisioni più informate e meno influenzate da reazioni emotive immediate. Questo comprende l’adattamento delle strategie di comunicazione per mitigare l’impatto negativo degli effetti di framing, l’educazione dei clienti sui rischi di certi bias come l’overconfidence e l’effetto di ancoraggio, e l’aiuto ai clienti nella definizione di obiettivi di investimento realistici che tengano conto della loro effettiva tolleranza al rischio e delle aspettative di rendimento. Inoltre, la consapevolezza di questi bias può aiutare i CF a progettare prodotti e servizi che sfruttino positivamente le tendenze comportamentali per il beneficio dei clienti, come piani di risparmio automatico che riducano l’impatto dell’inerzia e della procrastinazione.

Il download gratuito (in lingua inglese) è disponibile al seguente link: Behavioral Finance and Wealth Management: Market (…) (virtusinterpress.org)

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